domenica 13 gennaio 2008

Quando si dice "non capire un TUBE"!

Chi di voi legge almeno saltuariamente i giornali locali avrà sentito parlare della polemica che da quest'estate si trascina in merito al progetto di realizzare su Trebbia, Nure ed affluenti minori alcuni sbarramenti e derivazioni: i primi per creare invasi a scopo irriguo ed agricolo, i secondi per mettere in funzione delle centraline idroelettriche per produrre energia pulita.

La polemica è nata da quando è sorto il secidente comitato NO-Tube che si batte per non far realizzare nè gli invasi agricoli nè le drivazioni idroelettriche. Se volete esiste anche un sito del comitato in cui vengono esposte le ragioni del NO:

Ora, per correttezza, va detto che da una parte le dighe agricole in progetto sono da una parte necessarie e richieste da TUTTE le organizzazioni dei coltivatori, dall'altra in grandissima parte riprendono vecchi progetti di invasi lasciati a metà (come quello sul Trebbia all'altezza circa di San Salvatore).


Per quanto riguarda le centraline idroelettriche la propaganda dei NO-Tube asserisce che le derivazioni priverebbero fiumi e torrenti della propria acqua nei periodi di siccità e che rovinerebbero la fauna ittica con gli sbarramenti: anche qui l'ignoranza la fa da padrona, infatti non solo le derivazioni si chiamano così perchè NON sono sbarramenti ma semplici "griglie" che captano PARTE del flusso d'acqua in condotte e turbine, ma per di più esiste una direttiva regionale sul "pescaggio massimo" di acqua che prevede che le derivazioni lascino "libere" quantià forfettarie di acqua proporzionali alle necessità vitali del corso d'acqua. Pertanto se d'estate il fiume o il torrente è in secca, o comunque avrà una portata di metri cubi/secondo inferiore al coefficiente stabilito dalla regione, la centralina NON POTRA' derivare acqua dal corso!!


Ultima nota: perchè questi ambientalisti non protestano mai contro la costruzione di nuove centrali a metano o a "bio-gas" (che sempre metano è in fin dei conti) ed invece se la prendono sempre con le energie che in teoria si definiscono "pulite"?


A voi le riflessioni e la continuazione del dibattito, che approderà domani in Consiglio Provinciale...

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Da oltre dieci anni ho eletto il Trebbia (anzi, "la" Trebbia) come luogo del mio buon ritiro. Ad ogni estate, in virtù dell'uso e dell'abuso per le necessità dell'agricoltura, in virtù degli sbarramenti già esistenti, in virtù forse dei cambiamenti climatici, ogni anno dicevo è sempre più difficile considerare non dico fiume ma anche solo torrente quello che sempre più diventa un rigagnolo mano a mano che ci si avvicina alla pianura. Praticamente senza nessuna speranza che anche una sola goccia d'acqua arrivi al grande placido fiume, il Po. Per questo sarò ignorante, per questo non capirò un TUBE ma i tuoi assolutismi, le tue certezze sacrosante proprio non mi convincono. Tanto meno mi convince il giochino sui valori proporzionali secondo il quale sotto certo livelli d'acqua la derivazione non avverrebbe. Vorrei proprio vedere, una volta che le sorti del fiume fossero in mano ad imprese che si giocano l'utile sui loro investimenti, vorrei proprio vedere quale utile privilegierebbero. Tipo Genova: non ricordi le battaglie per ottenere il rilascio secondo accordi delle acque imbrigliate dalla diga? Ognuno alla fine tirerebbe l'acqua al proprio mulino e così tanti saluti al secchio.

Unknown ha detto...

Caro Claudio, inanzitutto grazie per essere passato.
Credo che tu nel tuo commento abbia centrato il VERO problema per la portata estiva del(la) Trebbia, ovvero l'enorme diga sul torrente Brugneto (principale affluente del(la) Trebbia nell'alta valle: la diga trattiene infatti circa la metà della potenziale portata estiva del fiume per garantire acqua potabile a Genova e dintorni. Se si volesse fare una VERA GRANDE battaglia ambientale per garantire una portata decente del nostro fiume in estate, forse dovremmo dedicarci a quel fronte, a mobilitarci affinchè Genova gradualmente diversifichi la sua domanda di acqua chiedendo sempre meno alla diga del Brugneto (ad esempio installando un dissalatore come già è stato fatto in altre città marinare) e quindi facendo aumentare il rilascio estivo di acqua, che oggi - è vero - è veramente ridicolo! Ti parlo di una battaglia che sarebbe condivisa da molti, anche a livello di partiti ed istituzioni, e che potrebbe portare be più benefici della sterile polemica su invasi e derivazioni.
Sterile per 3 ordini di motivi:
1) alla fine della fiera la gran parte dei progetti passerà, anche perchè molti hanno già completato l'iter burocratico;
2) gli invasi agricoli servono e saranno nella media-bassa valle, dove il fiume è meno "turistico", e comunque bisogna avere il coraggio di dirsi che senza questi invasi l'agricoltura piacentina morirà;
3) per esperienza personale e conoscenza diretta, so che molti ambientalisti da una parte sono animati da un fondamentalismo ecologista che tende ad escludere le necessità dell'uomo, dall'altra alcuni (spesso i capi) sono "comprati" da potenti lobby che sfruttano la buona fede dei militanti e involontariamente portano acqua alo loro mulino: per esempio più centrali idroelettriche vogliono dire meno dipendenza dal petrolio e meno introiti per l'industria del settore;

Concludendo, la regola del DMV (deflusso minimo vitale), pari al 50% del flusso medio del corso d'acqua, è in vigore dal 1993 ed è mooooolto severa. Che tu dica che forse non sarà fatta applicare è un altro discorso, non più ambientale ma amministrativo e politico...

Per ora ti saluto, torna a trovarmi!

Anonimo ha detto...

Mi fa piacere vedere che anche tu hai deciso di fare informazione tramite l'unico (al momento) mezzo di comunicazione libero rimasto. Provvederò al più presto ad inserire questo blog tra i miei links. In merito alla questione degli invasi e delle derivazioni, mi spiace per gli certi ambientalisti ma non posso che essere d'accordo con le tue osservazioni. Purtroppo, infatti, è un dato oggettivo che, da anni, si assiste ad un continuo calo delle acque disponibili ad uso agricolo e domestico. Non sono un tecnico del settore, ma mi piange il cuore se considero che ettolitri ed ettolitri di acqua fluviale si disperdono inutilmente in mare a causa della mancanza di chiuse, dighe o altri accorgimenti atti ad ottimizzare le risorse. L'estate scorsa ho fatto un giro alla diga del Molato, in Val Tidone. Come appare ovvio immaginare, il torrente era quasi secco e nei pressi della diga c'era poco più di una pozzanghera. Al contrario, il corso del Trebbia era assai più ricco, seppur al di sotto del livello medio della stagione. In quel momento mi sono domandato per quale ragione non si sia provveduto prima a costruire impianti di controllo delle acque proprio in Val Trebbia, al fine di alleviare le sofferenze delle imprese agricole. Appare doveroso evidenziare, poi, che una battaglia contro le dighe in Val Trebbia debba essere definita un tantino fuori luogo. Come ci si può stracciare le vesti di fronte a tale ipotesi se, pochi anni fa, è stato costruito, sempre in Val Trebbia, un vero e proprio "ecomostro", ossia la nuova strada che collega Perino a Bobbio? Se è stato possibile realizzare tale opera, definita necessaria per agevolare il traffico, a maggior ragione bisognerà accettare opere finalizzate a tesorizzare l'acqua che, purtroppo, molti definiscono già "l'oro blu" a causa della sua scarsità.

Anonimo ha detto...

Spero che intubino te e tutti i fighetti che vengono in Valtrebbia da Piacenza.
Se non capisci niente della natura vedi di andare a girare sul Faxal e di non venire a rompere i coglioni alla gente che abita in Valtrebbia tutto l'anno.