Come se fosse automatico votare Burlando alla Regione ed essere d'accordo con la costruzione di una moschea a Genova...
Ma veniamo al "dunque".
Tramite un link su un forum, ho letto per caso un articolo riportante le dichiarazioni di un leader islamico genovese, rilasciate ad un'emittente televisiva locale: ecco il testo integrale dell'articolo, con alcuni passaggi grassettati dallo scrivente.
A due giorni dal referendum sulla moschea voluto dalla Lega Nord, il dibattito s’infiamma con le dichiarazioni rilasciate all’emittente televisiva Primocanale da Lekroune M'Hamed, presidente del movimento politico "Italia colorata” di Genova. “Ho paura che qualcuno capisca male e di fronte alle continue polemiche della Lega Nord contro la moschea, che generano solo odio, c’è –riporta Primocanale.it- chi potrebbe compiere atti estremi, peggio delle semplici risse che accadono nei vicoli del centro storico, e magari decide di farsi saltare in aria. Lancio questo allarme –ha aggiunto M’Hamed– perché negare un diritto rischia di provocare una reazione peggiore. L'allarme l'ho lanciato a chi comanda questa città perché se mi togli un diritto divento violento. Ciò che fa la Lega crea un odio verso l'italiano da parte della comunità straniera; gli immigrati non hanno più fiducia. Intanto c’è chi sa che anche se si comporta onestamente, non ottiene nulla. Se non ci faranno fare la moschea, allora perché dovremmo essere onesti? Questo è l'odio creato da una politica leghista che crea la paura anche tra di noi. E quando uno è colmo, si sfoga”.
Salah Hussein, presidente della comunità islamica di Genova, sempre attraverso l’emittente genovese ha condannato le dichiarazioni: “Non possiamo comunque condividere queste dichiarazioni, sicuramente la Lega Nord ha creato un clima di odio che non facilita l’integrazione ma noi abbiamo sempre cercato di evitare la contrapposizione visto che siamo un movimento religioso e non politico”.
Non vi sembrano un tantino esagerate ed arroganti le affermazioni di questo tale e decisamente poco moderate?
A titolo d'esempio, provate ad immaginare le stesse parole nella bocca di un prete cattolico/ortodosso o di un pastore protestante, riferendosi alla libertà religiosa in molti Paesi arabo-musulmani: probabilmente sarebbero su tutte le pagine dei media occidentali, dove fior-fior di "esperti" sproloquierebbero sulla necessità di non fomentare gli islamici, di rispettare la cultura e le tradizioni di quei Paesi, di non fare "inutili provocazioni", etc. etc.
Qui invece tutto si risolve in qualche riga su un quotidiano online di provincia...
Concludendo, segnalo un'interessante proposta per il problema-moschea, proveniente dal MIL (Movimento indipendentista ligure), gruppo apartitico che contesta la legittimità dell'annessione della Repubblica di Genova al Regno di Sardegna nel 1815: i membri del MIL propongono, con questo comunicato-stampa, di situare la moschea dove era già nel '500, quando Genova era una ricca repubblica marinara cosmopolita e la presenza di musulmani (soprattutto commercianti) era rilevante; ovvero presso il Porto.
Un'idea interessante, per coniugare volontà popolare (di chi non vuole la moschea sotto casa), tradizione (della Repubblica di Genova) e tutela della libertà religiosa.
P.s. Ovviamente, si spera che qualunque edificio religioso sia a spese dei fedeli e delle comunità islamiche!
Ricordo, a coloro che leggessero i miei interventi tramite le note di Facebook, qual è il "vero" indirizzo del blog:
http://tojothelord.blogspot.com
1 commento:
Caro Vitt., non sapevo di questa polemica sulla possibile costruzione di una moschea a Genova. Il problema, secondo me, va affrontato partendo dal presupposto che hai indicato nelle tue conclusioni: l'eventuale edificio sacro non può essere realizzato che mediante contributi dei fedeli musulmani. Ciò implica, a mio parere, che il Comune non possa che ritagliarsi un ruolo squisitamente amministrativo, ossia privo di qualunque connotazione politico-ideologica. Sarà compito dell'Amministrazione, in buona sostanza, valutare la possibilità concreta che il terreno designato sia idoneo a costruirvi e se il progetto sia tale da consentire il rilascio delle opportune concessioni edilizie. Se i musulmani genovesi hanno la forza economica per costruire una moschea e sussistono tutti i presupposti tecnico-amministrativi affinché parta il progetto, non vedo cosa possa impedirne la realizzazione. Ben diverso, invece, sarebbe il caso in cui qualche politico volesse dare contributi pubblici per costruire l'edificio. Si tratterebbe, infatti, di una scelta senz'altro non condivisibile ed in palese contrasto con i più basilari principi dello Stato laico in cui quasi tutta la classe politica italiana afferma di riconoscersi.
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