venerdì 28 maggio 2010

Il 27 maggio di 6 anni fà moriva il grande Umberto Agnelli


Questo post avrei voluto avere il tempo di scriverlo il giorno esatto dell'anniversario, che sarebbe stato ieri: mi si perdoni, ma in questo periodo di studio intensissimo pre-esami a volte anche pochi minuti si fanno fatica a trovare...

Ci tengo molto a commemorare questa ricorrenza, quasi come se si trattasse di quella di un parente stretto, perché credo che ricordare la figura di Umberto Agnelli possa essere utile nella grande e spesso perdente battaglia che il merito, la bravura e la discrezione devono combattere ogni giorno contro il privilegio (dinastico), la raccomandazione e la strafottenza idiota. Tanto più in Italia!

Ma chi era Umberto Agnelli per dare alla sua figura un "compito" così gravoso (che sono sicuro nemmeno lui apprezzerebbe o desidererebbe)?
Il "Dottore" - come era soprannominato dalla stampa finanziaria - era il fratello minore del ben più (a torto) noto Giovanni Agnelli, alias Gianni, alias semplicemente l'Avvocato (sebbene non fosse che semplicemente laureato in Giurisprudenza: della serie che secondo certi "incensatori" anche la mia amica Erika, recentemente laureatasi, potrebbe essere avvocato in questo modo...).
La morte prematura del di loro padre, Edoardo (figlio del senatore Giovanni Agnelli, fondatore della FIAT), fece sì che Gianni diventasse de facto "il padre" di Umberto, rispetto al quale aveva ben 13 anni in più.

Questa sorta di "tutela" segnerà per sempre Umberto, che vivrà sempre nell'ombra del fratello, nonostante le sue potenzialità e capacità - a volte per stessa ammissione di Gianni - fossero spesso più grandi e brillanti.
Senza pretesa di esaustività diamo una veloce scorsa alle capacità ed alle intuizioni di questo fratello minore "solo per anagrafe".

Da Presidente della Juventus (dal 1959) fece raggiungere alla squadra grandissimi successi, rendendola un'azienda profittevole - caso più unico che raro in Italia e nel mondo, dove le squadre di calcio sono poco più che un giocattolo per adulti.
Nel 1963 Umberto assume la guida di quella che fino ad allora era stata semplicemente una tra le tante società della galassia IFI-FIAT, l'Istituto commerciale laniero italiano, da lui trasformato in holding di partecipazioni e ridenominato Istituto finanziario laniero italiano, o più semplicemento IFIL. E' da questa "scatola vuota" che Umberto dimostrerà di essere indubbiamente l'unico tra i fratelli Agnelli con reale spirito imprenditoriale.
Tramite l'IFIL Umberto Agnelli creerà il primo fondo di private equity ante litteram, comprando e vendendo imprese ad un ritmo vorticoso in pochi anni e realizzando sempre laute plusvalenze, tramite quotazioni in Borsa o cessioni di pacchetti azionari a terzi: tra le moltissime società finite nell'orbita-IFIL troviamo l'impresa motociclistica Piaggio (da Umberto poi affidata alle sicure mani dello sfortunato figlio Giovanni Alberto, Presidente in pectore del Gruppo FIAT e grande intelligenza, stroncata a trent'anni da un rarissimo tumore), la catena di grande distribuzione La Rinascente, la Toro Assicurazioni, la catena di viaggi Alpitour, i gruppi turistici I Viaggi del Ventaglio e Club Med, una quota significativa della francese Danone, moltissime industrie agro-alimentari italiane di pregio come Galbani, la grande banca italiana San Paolo di Torino, la società cementiera Unicem e poi moltissime altre imprese e società finanziarie in Europa ed USA.

Tutte queste partecipazioni rappresentarono sempre più il "polmone finanziario" del Gruppo FIAT, il quale, ogni qual volta andava in crisi, "bussava" alle porte dell'IFIL per chiedere iniezioni di capitali freschi, i quali arrivavano puntualmente dalle dismissioni di quote azionarie e dalle plusvalenze di volta in volta realizzate: su tutte le due operazioni più importanti per FIAT furono il riacquisto, da parte di IFIL, delle quote della casa automobilistica possedute dalla Lafico di Gheddafi (nel 1986) e la contribuzione agli aumenti di capitale dei primi anni 2000, quando FIAT sembrava sul punto di fallire.

Ma il ruolo di Umberto non si ridusse certo a quello di "prestatore/salvatore di ultima istanza", infatti ebbe per due volte ruoli operativi dentro la "casa-madre", dando in entrambi i momenti un contributo fondamentale per il futuro del Gruppo.
La prima volta accadde negli anni '70, quando Umberto divenne Amministratore delegato di FIAT e riorganizzò l'impresa, "divisionalizzandola" (ovvero separando le varie produzioni, come auto, camion, trattori, etc., in società distinte e con un proprio bilancio, il che aumentò la trasparenza interna) e chiamando a Torino l'ingegner Vittorio Ghidella, "padre" della Uno e della Tipo, modelli di grande successo per la FIAT. Fu costretto ad allontanarsi dall'incarico di AD per contrasti con Mediobanca - dominus della finanza italiana per 40 anni - e con il grande "protetto" di quest'ultima, il futuro AD e Presidente FIAT Cesare Romiti.
La seconda presenza operativa in FIAT di Umberto Agnelli è piuttosto recente e va dal 2003 al 2004, quando assunse la Presidenza del Gruppo, a seguito della morte del fratello Giovanni e del disastro in cui versava la casa automobilistica dopo 30 anni di "cura" romitiana. Di questo breve lasso di tempo basta ricordare una cosa, per far capire quanto anche in questo caso "il Dottore" vedesse lontano: l'attuale riveritissimo e bravissimo AD Sergio Marchionne fu cooptato nel CdA FIAT proprio su desiderio di Umberto, che imparò a conoscere il manager vedendolo all'opera in una delle società della "sua" IFIL.

La morte improvvisa nel 2004 ha impedito ad Umberto di godersi il meritato trionfo, consistito nel grande rilancio di FIAT da parte dell'uomo che aveva scelto, confermando anche nell'ultima scelta un modus vivendi che ha caratterizzato questo Agnelli " sobrio" per tutta la vita: lavorare (bene), ma senza clamore, sfiorando l'anonimato.

Possa questo breve articolo su un blog sconosciuto restituire un po' di meritata gloria "postuma" ad Umberto, geniale fratello minore obliato dal fscino "glamour" e fallimentare dell'Avvocato, capace di fare "vita sociale", ma non industria...

Lord tojo

domenica 16 maggio 2010

Tagli annunciati e che mai avverrano (ai privilegi politici) ed alcune anticipazioni

Ciao a tutti, sporadici e sparuti lettori!
Come promesso torno su queste pagine, dopo diversi giorni di rilassante e terapeutica lontananza "dal mondo" e dalle mille distrazioni che minacciano il mio studio, su tutte internet & affini.

E' destino che sia sempre una viva forma d'indignazione a farmi decidere di riprendere a scrivere sul blog, vincendo la pigrizia e l'indecisione riguardo al tema da trattare: ciò che ha deciso oggi/ieri di disturbare i miei sonni intestinali è un "sempreverde", ovvero il dibattito sui tagli dei costi (parassitari) della politica.

Ieri mi ero riaffacciato sulla pagina internet del "Corrierone" e vi avevo trovato stranamente una proposta molto concreta e ad effetto immediato del ministro Calderoli (presa a prestito da un recente provvedimento del neo Governo conservator-liberaldemocratico britannico), che potete leggere qui sotto.

[...] LA PROPOSTA - «Proporrò in sede di Governo, quando affronteremo la manovra finanziaria, un taglio almeno del 5% agli stipendi di ministri e parlamentari come hanno fatto in Inghilterra e Portogallo», spiega il ministro della Semplificazione legislativa e coordinatore delle segreterie nazionali della Lega Nord. «A breve dovremo affrontare una manovra che prevede tagli e strumenti per il rilancio dell'economia», aggiunge Calderoli. «I tagli alle spese - conclude l'esponente leghista - comporteranno sacrifici per tutti, a partire da ministri e parlamentari. La regola del 5% che hanno applicato in altri Paesi può valere in alcuni settori, ma in altri potrebbe essere anche più pesante». (Fonte: Ansa). [...]

Ovviamente non mi ero fatto molte illusioni, però registravo con piacere una dichiarazione di buon senso da parte di un politico, in vista degli inevitabili "tempi di ferro" che ci aspetteranno sempre più nei prossimi mesi/anni di depressione economica.
Di sicuro non m'aspettavo un coro di approvazioni da parte della mangiatoia politica, ma mai più immaginavo che ci sarebbe stato il coraggio di opporsi con veemenza a quella che appare "una goccia nell'oceano" degli sprechi e della voracità della classe/casta politica. Ma leggiamo un po' di reazioni, tutte prese da questa pagina del solito Corriere.it.

[...] BINDI: SI' TAGLI ALLA POLITICA, MA SERI - Rosy Bindi, anche lei dalla marcia Perugia-Assisi, sottolinea: «Il taglio dei costi della politica va fatto seriamente, perché le misure annunciate sono una spolveratina demagogica che non risolve il problema». «Il Governo - ha detto la Bindi ai giornalisti - si assuma fino in fondo le proprie responsabilità rispetto alla crisi in atto, riconosca i suoi errori e nel momento in cui si chiedono al paese sacrifici agisca anche per favorire la crescita, colpire i privilegi e con norme contro l'evasione fiscale, che non siano quei condoni serviti a coprire la corruzione. [...]

Per "seriamente" la Bindi cosa intende? Sarebbe interessante saperlo: da una lettura iniziale sembrerebbe di capire che per lei la riduzione del % degli emolumenti politici sia addirittura troppo poco!
Siamo in trepidante attesa di conoscere le sue proposte rivoluzionarie e decisive, che puntualmente non arriveranno...

[...] CICCHITTO: TAGLI ANCHE A REGIONI E PROVINCE - Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, fa delle aggiunte alla proposta di Calderoli di tagliare del 5% gli stipendi di parlamentari e ministri. «Vanno considerate tutte le voci riguardanti il taglio della spesa pubblica e i costi della politica. Il ministro Calderoli ne ha ricordati alcuni, noi ne ricordiamo anche altri. Bisogna tagliare o bloccare la spesa di Regioni, Regioni speciali e delle province, in attesa del loro superamento, previa però, per evitare di fare demagogia, riassegnazione delle loro funzioni». [...]

Il capogruppo pidiellino Cicchitto - a conferma dell'assoluta trasversalità di certe istanze "sindacali" - si spinge oltre la Bindi, ricordando che "ci sono anche altri che mangiano": la decodifica della dichiarazione dell'Onorevole è più o meno la seguente, "Andate avanti voi, che a noi scappa da ridere!"
Inoltre la tattica dell'espansione dell'argomento di discussione - in questo caso da una proposta chiarissima e circostanziata ad un dibattito generalista sulla politica - è vecchia quanto il cucco, ed è la migliore per scatenare grandi polveroni mediatici e poi non risolvere nulla: certo, perché le proposte semplici corrono il rischio di essere attuabili, non sia mai!!!

Ma il ministro/coordinatore La Russa è ancora più sfacciato: leggete!

[...] LA RUSSA: DEVOLVERE UNO STIPENDIO - «Ho già una proposta precisa: devolvere ogni anno uno stipendio intero di tutti coloro che hanno responsabilità politiche o manageriali connesse alla politica. Il valore corrispondente dello stipendio sarà rimesso alla Finanziaria, magari scaglionato o rateizzato negli undici mesi». Così il ministro La Russa a margine della celebrazione del 158esimo Anniversario della Fondazione dei Bersaglieri a Milano. Per il ministro in ogni caso bisogna stare attenti a non fare demagogia: «La proposta di ridurre gli stipendi sarà opportuna quando e che faremo una manovra finanziaria che produca sacrifici per gli italiani, quindi non è qualcosa che ha a che fare con la casta se no sarei contrario». [...]

Sic! Ha avuto il coraggio di dire che lui, il taglio dello stipendio, è disposto a farlo soltanto come extrema ratio (ovvero per evitare che la gente inferocita gli salti alla gola con una mannaia)!!!

Scrivere mi ha un po' calmato e distratto, anche se scommetto che avrò fatto infuriare voi pochi altri che starete leggendo queste righe. :-)


Approfitto del momento per fare qualche dichiarazione di intenti, che spero di riuscire a mantenere, in merito agli interventi di prossima pubblicazione nel breve e nel medio termine.
Ho una mezza intenzione di fare un piccolo dossier divulgativo sul tema del Federalismo fiscale e della sua applicazione nostrana, al fine di provare a capire realmente se e come potrà migliorare le nostre vite ed alleggerire il carico fiscale.
Più in là nel tempo ho invece in mente una "sorpresa", avente a che fare con la statistica e le aspettative economiche... Ma ci sto ancora lavorando su, per cui evito di scoprire le carte, onde evitare figuracce!

Buona domenica a tutti!