Bella gente, vi ricordate che avevo promesso avrei iniziato una mia aperiodicissima rubrica di divulgazion economica? Beh, io non scordo le promesse fatte solo che fino ad ora sono stato preso dai 3 esami-mostro (Gestione Banca, Finanza Aziendale, Matematica Finanziaria, per un totale di 24 crediti!) da dare.
Ora però l'ostacolo è stato superato - e credo anche abbastanza bene - inoltre sono doppiamente contento perchè ho anche finalmente trovato la tesi per il triennio con relativo professore: "Le fluttuazioni del prezzo del petrolio: shock da domanda, da offerta o speculazione?" con relatore il prof. Franco Bruni, ras dell'Istituto di Economia Politica e ottimo docente!
Per questo ora posso inaugurare ufficialmente la rubrica...
Voglio cominciare con una mini-serie di post dedicati all'inflazione, una variabile di cui si sente parlare moltissimo oggi a proposito del caro-vita e della paura (di economisti, politici e banchieri centrali) che essa aumenti provocando danni all'economia. A parte ciò che si legge sui giornali o si sente in TV, questa inflazione resta avvolta in un alone di mistero e sembra una malattia che ogni tanto - come la peste - fa la sua comparsa: nessuno sa da dove venga ma se ne ha molta paura.
Partiamo dall'abc. L'inflazione altro non è che il tasso di crescita annuo dei prezzi, o meglio, dei prezzi di un paniere (insieme) statistico di prodotti di consumo, ritenuti dagli istitui di ricerca validi stimatori dei prezzi complessivi.
Analiticamente - sarà l'unica formula propinata! - si denomina con la lettera greca π (pi) e si può scrivere:
π = πe + λx (detta anche "curva di Phillips")
Dove: πe = inflazione attesa dai consumatori, dai produttori e dai lavoratori;
λ = γ (1 + φ) ovvero la pendenza della curva di Phillips, ove γ è una misura di elasticità (meglio non complicare troppo...) e (1 + φ) una misura dell'elasticità dell'offerta di lavoro al salario reale;
x = gap produttivo, ovvero la differenza tra il PIL effettivamente prodotto da un Paese e il PIL che sarebbe ottimale per la sua economia;
Di fatto quindi l'inflazione che effettivamente leggiamo sui giornali dipende dall'inflazione attesa dalla gente e dall'andamento dell'economia: facile osservare per esempio che, se consumatori, lavoratori e produttori si aspettassero un livello di inflazione minore per il futuro, il valore di πe calerebbe, facendo calare anche il complessivo valore π, ovvero l'inflazione tout court; o ancora, se per un certo periodo l'economia si "surriscalda", ovvero il PIL cresce molto, addirittura "troppo" rispetto al suo andamento fisiologico e "sano", avremo un valore x positivo (perchè il PIL effettivo sarà molto superiore a quello ottimale), che si rifletterà su π facendola crescere.
Per capire meglio offro due esempi.
Il concetto di inflazione attesa πe che agisce sull'inflazione "vera"è comprensibile immaginando di essere il capo del sindacato che deve contrattare i rinnovi salariali. Se vi immaginerete che in futuro, per esempio, cresceranno i prezzi (e Dio solo sa perchè lo pensate!), allor andrete dal datore di lavoro chiedendo aumenti; a sua volta il datore di lavoro, se vi concederà gli aumenti, dovrà per forza aumentare i prezzi dei suoi prodotti finiti per compensare i maggiori costi del lavoro determinati dall'aumento dei salari. Se il fenomeno è generale allora avremo un generale aumento di prezzi, ovvero inflazione, ovvero le aspettative di inflazione maggiore (che potevano anche essere false) hanno effettivamente generato vera inflazione! Questa è una cifra di quanto sia cruciale il gioco delle famose aspettative in economia, e perchè tutti guardino con estrema attenzione indici come quello della fiducia dei consumatori etc...
Per comprendere invece l'idea di "economia surriscaldata" che produce inflazione basta guardare alla Cina: tutti sappiamo che ha una crescita impetuosa - ritmi di incremento del PIL del 10% annui - ma non tutti sapranno che vi è anche un'inflazione galoppante, che si può spiegare benissimo con la formula di prima.
Queste sono le fondamenta per capire il concetto di inflazione. Spero di essere stato abbastanza chiaro, e spero anche che la mia rubrica possa servire a qualcuno - non studioso di economia - per comprendere meglio i meccanismi che governano il nostro mondo. La prossima volta molto probabilmente tratterò il cosìddetto "effetto Balassa-Samuelson" sempre a proposito della mini-serie dedicata all'inflazione e derivati... quando non lo so! ;-)
Alla prossima!
Lord tojo
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