In teoria volevo fare un post sulla bellissima vacanza in montagna, a Santa Cristina di Val Gardena, organizzataci in modo perfetto da "mamma" Erika per tutti noi altri 5 sbandati. Poi la spiacevole vicenda della Gabriella, che si è rotta in modo stupido due legamenti l'ultimo giorno di sci (in bocca al lupo Gabry!!), mi ha fatto cambiare idea: come segno di rispetto verso la sfortuna che ha colpito la Gabry voglio evitare di fare apologie su questi quattro giorni comunque stupendi e veramente rilassanti, oltre che divertenti, passati tra gente con cui ci si può mostrare nel proprio aspetto più vero e genuino (nei suoi lati belli come in quelli brutti).
In realtà il post, che sto facendo prima di andare a cenare e dopo essere venuto giù da Milano, lo volevo dedicare ad un pensiero che ogni tanto mi ronza in testa.
Penso che a tutti voi - mi riferisco ai coetanei o "giù di li" - almeno una volta sia capitato di guardare dei bambini o dei ragazzini giocare ed invidiarli perchè vi manca quel periodo della vita.
Io per esempio, ma non solo io (e potrei citarvi nome per nome altri soggetti), ogni volta che bazzico al Parco della Galleana di Piacenza non posso fare a meno di ricordare con piacevole malinconia quando scorrazzavo in bicicletta con gli amici per i sentieri interni (per lo più aperti da noi stessi) oppure quando, già al liceo, andavo a fare le mitiche partite a calcetto del sabato pomeriggio. Così come non riesco a non ripensare alle tante serate passate nel Salone del Duomo - il mitico Saloon - dopo il Gruppo Giovani di Tiziano, ogni volta che vado a Messa oppure quando ci ritroviamo al venerdì/sabato sera proprio li di fianco, ai Chiostri...
Potrei citare altri momenti di malinconia, ma il nocciolo centrale del mio pensiero è che mi sto sempre più rendendo conto che comunque sia io ho passato un'infanzia e un'adolescenza splendide, piene di esperienze che mi hanno dato tanti ricordi. Così tanti che praticamente ogni angolo della città me ne fa venire in mente qualcuno.
Ma quelli dopo di me, quelli dopo di noi? I nostri futuri, possibili figli e nipoti?
E' questo che mi chiedo e mi domando a volte: io ho vissuto bene, in un ambiente accogliente, una città amica, normale... ma sarà possibile per chi crescerà dopo di noi avere ancora quei solidi punti di riferimento come il calcetto al sabato, la serata in parrocchia,il ritrovo il sabato sera, etc..?
Con i tempi che corrono, il cambiamento veloce che è in atto, sia dal punto di vista culturale che sociale, non so se sarà possibile...
E' un post pessimista, cupo, il mio di stasera... come ogni tanto mi capita, quando il Vittorio frenetico, proiettato al futuro (o meglio che prova a proiettarsi) e a volte cinico si ferma un attimo e riflette... buona serata a tutti bella gente!
Lord tojo
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