Un giovane Dottore in Economia Finanziaria che muove i suoi primi passi durante la peggiore crisi economica dal 1929...
martedì 1 giugno 2010
I tedeschi e l'acqua calda
Arrivo sempre con lo scrivere con almeno un giorno di ritardo i miei personali (e forse futili) commenti sull'attualità, ma di questi tempi (di poco tempo libero) è pur sempre qualcosa: piutòst che gnìnt a l'è mèi piutòst diciamo noi a Piacenza!
Avrete forse letto del "dimissionamento" - che equivale, seppur in termini meno crudi, alla famosa pistola con pallottola riservata agli imputati durante i processi-farsa dei regimi totalitari: della serie "o ci pensi tu, o ci pensiamo noi" - del Presidente federale della Germania, Horst Koehler.
Che cosa avrà mai fatto di male quest'uomo, il cui potere è persino più limitato di quello di un Presidente del Consiglio italiano?
Ha "osato" timidamente insinuare che "forse" i tedeschi stanno con le loro truppe in Afghanistan "anche" per tutelare i loro interessi economici (che sono i più disparati: dal rifornimento di petrolio tramite l'oleodotto afghano, al mantenimento di buoni rapporti politici, e quindi commerciali, con gli USA, etc. etc.).
Di per sé questo siluramento non dovrebbe stupire, visto che è arcinoto che ai politici di alto livello è vietato sistematicamente raccontare le cose come stanno. Ma il fatto però è un altro.
L'algoritmo alla base del "prepensionamento" del Presidente è il seguente: la gente è contraria alla guerra, se "ci scappa" che nelle missioni di guerra effettivamente si fa la guerra, addio consensi e rielezione.
Ok, ma questo ragionamento - permettetemi - è un po' "datato" e non più attuale, nella situazione odierna di profonda crisi economica.
Oggi siamo (noi occidentali N.d.Tojo) messi economicamente così male, che saremmo disposti praticamente a tutto, pur di recuperare il benessere che stiamo perdendo (e che continueremo a perdere, andando avanti così): tradotto in soldoni, tutto ciò che potrebbe rimettere in moto l'economia ci sembra più apprezzabile, perché ne va del nostro posti di lavoro.
Adattato al caso particolare di Koehler, oggi viviamo un'epoca dove anche il pacifismo si è messo in cassa integrazione, soppiantato dal pragmatismo e dalla Realpolitik (parola che i tedeschi hanno inventato, ma che pare abbiano dimenticato): se quindi stare in Afghanistan aiuta la nostra economia a stare meglio, siamo assai meno disposti a dissertare su questioni di principio.
Koehler in questo senso ha detto una cosa che probabilmente oggi appare molto meno "difficile da digerire" di due anni fà, solo che gli schemi del politically correct tedesco non si sono ancora aggiornati...
Lord tojo
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